I sacchi di recupero riempiti con terra, inerti o rifiuti e assemblati in vario modo sono uno degli elementi più versatili, preziosi e diffusi in moltissimi slum del pianeta.

Il vantaggio di questa tecnica è la possibilità di utilizzare riempimenti gratuiti e già presenti sul luogo di costruzione, anche se di scarsa qualità; gli unici elementi da acquistare o da recuperare sono infatti i sacchi stessi, che poi vengono impilati per creare pareti massicce.

Come nel caso delle strutture in pneumatici questo tipo di edifici hanno un forte ingombro e non sono quindi diffusi in aree urbane congestionate in cui ogni centimetro è prezioso.

Ciò non toglie che gli elementi ottenuti con sacchi riempiti di vari materiali siano fondamentali e diffusissimi nell’architettura spontanea e di emergenza, specialmente per proteggersi dall’acqua.

Essi vengono infatti principalmente usati come arginature, terrapieni o muri di sostegno, dato che una caratteristica degli slum è spesso quella di trovarsi in aree alluvionali, paludose o soggette a smottamenti e forti pendenze.

In altri casi vengono anche utilizzati come fondazioni, pavimentazioni, muri anti-erosione, per creare percorsi o scalinate e addirittura “ponti” improvvisati per guadare piccoli corsi d’acqua.

La tecnica delle costruzioni di veri e propri edifici in sacchi di terra è stata perfezionata e approfondita dall’architetto iraniano Nader Khalili, fondatore del Cal-Earth institute.

La sua esperienza ha portato allo sviluppo della tecnica del “superadobe” un unico lungo sacco che permette di creare con facilità cupole circolari e edifici dalle forme organiche.

I tipi di sacchi “ordinari” e di recupero utilizzati per questo tipo di costruzioni possono essere in materie plastiche come polietilene e polipropilene oppure in fibre vegetali come la juta.

La fortuna di un materiale piuttosto che di un altro dipende, più che dalle sue prestazioni, dalla possibilità di reperirlo con facilità; in generale il polietilene sarebbe da evitare in quanto è scarsamente resistente nel tempo (soprattutto a causa dei raggi UVA), scivoloso e non traspirante.

La juta o altre fibre vegetali sono ecologiche e resistenti ma soggette a marcescenza specialmente in ambienti umidi mentre il polipropilene, col quale vengono realizzati gran parte di sacchi per alimenti, riso e granaglie, risulta diffusissimo in quanto molto resistente.

La resistenza degli elementi e di conseguenza la stabilità dei manufatti dipende anche fortemente dal tipo di materiale utilizzato per il riempimento.

Un riempimento in materiali sciolti e poco coesi come sabbia o ghiaia non permette infatti di superare l’altezza di 1, 5 metri in quanto i sacchi tendono a deformarsi facilmente.

Se si utilizzano invece terreni argillosi o si aggiungono leganti all’inerte principale la muratura avrà un comportamento più performante oltre a essere più semplice da realizzare.

Una volta riempiti e posizionati i sacchi vengono pressati e battuti con forza, analogamente ad alcune tecniche di costruzione con la terra cruda per garantire la massima compattezza del materiale.

Per ridurre il rischio di scivolamento e migliorare l’aderenza fra un corso di sacchi e l’altro viene steso del filo spinato, mentre le aperture per aerazione vengono di solito realizate con tubi in pvc inseriti fra un sacco e l’altro.

Particolarmente importante infine è l’intonacatura o una qualsiasi protezione finale della muratura in quanto sole, umidità o urti accidentali rischiano di indebolire gli elementi.

Technical details – sacchi di sabbia

Building tips – sacchi di sabbia

  • Predisporre un bilancio preliminare delle terre, calcolando approssimativamente le quantità necessarie, i punti e i modi in cui scavare, anche al fine di sfruttare sbancamenti, pozzi o trincee per altre funzioni;
  • Progettare attentamente la struttura in modo che ciascun lato si concluda con un numero intero di sacchi (compresi eventuali tubi per aerazione), senza dover utilizzare sacchi riempiti in parte o ridotti;
  • Evitare i sacchi in polietilene, poco resistenti, facilmente degradabili al sole, non traspiranti e scivolosi;
  • Creare una fondazione con almeno due corsi di sacchi preferibilmente riempiti con materiale stabilizzato a calce o cemento;
  • Fare molta attenzione alla fase di riempimento dei sacchi prevedendo una giornata di prove per individuare il livello di riempimento ottimale;
  • inserire fra ogni corso di sacchi due cavi in filo spinato ben distanziati fra loro in modo da aumentare ulteriormente la collaborazione fra i singoli elementi;
  • Dove possibile prevedere un intonaco o uno strato di protezione dei sacchi, specialmente nel caso in cui non si siano utilizzati riempimenti stabilizzati o adeguatamente compatti;
  • Ogni 4, massimo 5 metri di sviluppo lineare di una parete prevedere un elemento di rinforzo come una parete perpendicolare o un contrafforte;
  • Inserire aperture e elementi di areazione diffusi utilizzando tubi o elementi cavi con spessore analogo a quello dei sacchi utilizzati.

African way è un viaggio nei luoghi dove costruire è una necessità e richiede creatività e ingegno per recuperare materiali minimizzando le risorse.

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