Un luogo comune duro a morire vede l’estetica degli edifici legata all’aggiunta di elementi decorativi, dettagli e finiture. Aggiunte che determinano inevitabilmente un aumento dei costi e che quindi, soprattutto nei contesti di cooperazione non vengono volutamente prese in considerazione.

Il tema della qualità architettonica però è ben più complesso e non riguarda semplicemente una questione “estetica” ma aspetti legati a doppio filo alla funzionalità, ai materiali utilizzati, al rapporto con il contesto circostante.

Ma allora può esistere una qualità architettonica low-cost?

Noi crediamo di sì.

Ne è l’esempio uno dei nostri ultimi lavori: una piccola falegnameria realizzata con un budget minimo ma, crediamo, con un’elevata qualità architettonica.

L’atelier di falegnameria di Tivaouane Peul, nell’estrema periferia di Dakar è un progetto che include temi straordinariamente importanti come il ruolo dei migranti di ritorno nella cooperazione, la micro-imprenditorialità legata a un artigianato di qualità e l’inclusione sociale dei ragazzi di strada.

Il progetto, sviluppato dall’ONG Bambini nel Deserto e finanziato dal fondo FarBene parte da un’idea di Mohammar Seck, un falegname senegalese con oltre vent’anni di esperienza nei mobilifici della zona di Lissone.

Come molti migranti Seck decide di lasciare l’Italia per ritornare in Senegal e continuare la professione nella sua città, prima di partire acquista attrezzature e macchinari di seconda mano per allestire una falegnameria completa e allo stesso tempo pensa a quale contributo può dare per il benessere sociale del suo quartiere.

L’incontro con Viviana Bianchessi e con Luca Iotti di BnD porta a definire il progetto della scuola di falegnameria: un laboratorio realizzato dalla ONG in cui Seck terrà, in parallelo alla sua attività, corsi professionalizzanti per alcuni giovani in difficoltà del quartiere.

L’edificio originario era pensato come un semplice ed economicissimo hangar in lamiera in modo da concentrare i fondi sul progetto di cooperazione e sulle attività dei corsi, una superficie di circa 150 metri quadrati e un importo previsto per la costruzione e l’impiantistica di circa 90 € al metro quadrato.

La richiesta di Bambini nel Deserto a TaxiBrousse era di valutare se si potesse proporre qualche miglioria estetica e funzionale all’edificio mantenendo però inalterato il costo di costruzione.

Una sfida a prima vista quasi impossibile data la cifra a disposizione.

Abbiamo accettato la sfida e anzichè pensare ad aggiungere o modificare elementi “decorativi” abbiamo ripensato l’intera struttura, i materiali e le tecniche da utilizzare, concordando le soluzioni con l’impresa di costruzioni “Souvenir d’Afrique” in modo da individuare alternative altrettanto economiche ma architettonicamente più efficaci.

La disposizione delle strutture è stata ripensata completamente in modo da riutilizzare il più possibile le fondazioni esistenti di un edificio mai completato sul lotto di progetto, risparmiando così su scavi, inerti e cemento.

L’originaria struttura metallica pensata per l’hangar è poi stata sostituita da una semplice maglia di pilastri in cemento armato, più economici e più semplici da realizzare per l’impresa di costruzioni, soprattutto negli ancoraggi a terra.

Per le pareti perimetrali abbiamo invece sfruttato i macchinari e le competenze dei committenti, realizzando dei tamponamenti orizzontali in assi di legno semilavorate e distanziate in maniera progressiva dal basso verso l’alto che permettono il passaggio dell’aria e l’uscita delle polveri durante i lavori.

Gli unici elementi in muratura sono l’ufficio/deposito e il bagno, pensato come una piccola torre in modo da poter alloggiare in futuro una cisterna sopraelevata per la raccolta dell’acqua piovana e alcuni pannelli fotovoltaici.

Il risultato finale è un edificio semplice ma di elevata qualità architettonica, realizzato con un costo di costruzione identico a quello preventivato per un banale hangar in lamiera delle stesse dimensioni (meno di cento euro al metro quadrato!).

La costruzione, iniziata le prime settimane di aprile si è conclusa in poco più di tre mesi, in giugno si è tenuta una piccola cerimonia di inaugurazione e già a fine luglio sono iniziati i corsi per cinque ragazzi in difficoltà del quartiere che, alla fine del periodo di formazione, potranno essere assunti come collaboratori nella falegnameria stessa.

Federico Monica

Architetto e PhD in Tecnica e Pianificazione Urbanistica. Appassionato di Africa e fondatore di Taxibrousse mi occupo da oltre dieci anni di slum e insediamenti informali, autocostruzione, materiali e tecnologie povere.


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TaxiBrousse è uno studio che sviluppa progetti e consulenze di ingegneria, architettura, urban planning e ambiente per la cooperazione internazionale

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